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La Parola del Parroco

I più famosi sono certamente quelli religiosi, però non mancano quelli che appartengono all’ambito umano e sociale.
Sto parlando dei ‘riti’, e quindi di quell’insieme di regole e di norme che ognuno di noi fa per ‘abitare’ con un po’ più di tranquillità questo nostro mondo. Ne è consapevole anche un autore francese del calibro di Antoine de Saint-Exupéry che nel suo libro più famoso Il Piccolo Principe scrive il seguente dialogo: “Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora”, disse la volpe. “Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti”. “Che cos’è un rito?” disse il piccolo principe. “Anche questa è una cosa da tempo dimenticata”, disse la volpe. “È quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore…”.
Per questo motivo tutte le mattine, dal lunedì al sabato il sottoscritto si trova insieme ad altre persone per il rito del caffè. Lo facciamo in una precisa fascia oraria – dalle 9.00 alle 9.30 -, ed è sempre l’occasione per raccontarci l’essenziale di quello che è ci è successo il giorno prima e di iniziare ad immaginare quello che ci accadrà nelle prossime ore. Questo è il ‘nostro’ rito del mattino, ma spesso e senza preavviso accadono le variabili.
Come la scorsa settimana, quando tutti i giornali hanno riportato che il Papa ha deciso che – cito – il diaconato alle donne non è ancora maturo e che verrà stralciato dai temi in discussione durante l’ultima settimana del Sinodo dei Vescovi. Tutti mi chiedono spiegazioni, tutti domandano il mio parere, e non ci vuole molto a capire che per tanti è una decisione giusta in quanto questo Papa spesso è andato ben oltre quella che chiamiamo ‘dottrina cattolica’.
Avverto la tentazione di chiedere cosa sia oggi la dottrina cattolica, ma non vado oltre, sapendo per certo che si entra in un terreno minato. Avvicinandosi poi ai giorni del ricordo dei Santi e dei Morti mi piacerebbe tanto sapere cosa ne pensano – le persone al bar – della Risurrezione e della Vita nuova che il Signore Gesù ci ha donato. Affermo che è vero che la discussione nella Chiesa sul Diaconato alle donne non è ancora matura e poi mi avvio verso casa: le cose da fare non mancano.
Ma prima di ‘fare’ qualcosa mi ritrovo a pensare a questo Sinodo e a tutto quello che sta ‘seminando’ in questa nostra Chiesa e in questo nostro mondo. Continuo a pensare che il ‘seme buono gettato nel campo’ sia proprio la proposta a tutte le realtà della Chiesa – quindi anche le Parrocchie – che ‘quando ci si raduna’ siamo chiamati non solo ad avanzare una tesi per poi cercare di difenderla a tutti i costi, rischiando anche di litigare. Il Sinodo ci chiede di realizzare l’ascolto di tutti intorno a temi importanti per la vita della Chiesa – e non solo – per poi arrivare a uno stile di partecipazione alla loro realizzazione. In altre parole, abbiamo visto per 4 settimane 368 persone radunate attorno a dei tavoli per ascoltarsi a vicenda. Adesso la realizzazione di quanto maturato insieme non può essere sulle spalle di uno solo o di pochi: è momento di sinodalità anche realizzare insieme quanto maturato e appreso da una Chiesa in ascolto dello Spirito Santo.
Don Maurizio